Scatti d’autore | SUPERNATURA di Annamaria Belloni

Breve viaggio nel difficile mondo di una natura «sfacciata»

Sight, Touch, and Imagination
4 min readAug 26, 2021
Una immagine fotografica dal libro SUPERNATURA di Annamaria Belloni. Milano, 2017. Cortesia dell’artista.

SUPERNATURA, di Annamaria Belloni. Postcart, pagine 64. € 35,00

di Elisa Pierandrei

Una donna, il cui volto è riflesso sul finestrino di un treno, è intenta a scattare una fotografia, con il suo cellulare, ad una vallata scavata da un fiume; una giovane, irriconoscibile perché ritratta di spalle, osserva il dipinto di un albero, che sembra in fiore; un uomo è al volante di una vecchia autovettura intrappolata in un groviglio di cespugli. Sono solo alcune delle immagini della serie fotografica intitolata SUPERNATURA, che Annamaria Belloni (Genova, 1964) ha pubblicato in un volume, uscito prima dell’estate per i tipi di Postcart. Sessantaquattro pagine di scatti fotografici che ritraggono una Natura incontrastata, mentre irrompe «sfacciata» sul territorio, rischiando di travolgere tutto. Fonte di ispirazione per l’uomo, troppo spesso «imbavagliata» — Belloni scrive nella postfazione — , sa rispondere anche con «sciabolate di meraviglia e di grazia». Perché distruzione e creazione sono i suoi due volti inscindibili.

Un libro fotografico dedicato al rapporto fra Natura e uomo contemporaneo

SUPERNATURA non è un libro dedicato alla Natura, ma vuole rappresentare un’indagine un po’ visionaria sul rapporto tra questa e l’uomo contemporaneo, dove spesso una si riflette nell’altro e viceversa. La fotografa spiega sempre nel suo volume:

«Mi capita di osservare una casa diroccata o un qualsiasi manufatto coperto e inghiottito dalla vegetazione e restare sempre colpita: faccio due passi indietro, un piccolo giro attorno, cerco di capire dove tutto sia iniziato, dove si nasconda il bandolo della matassa… Quale senso abbia la lotta tra la volontà di “progresso” che spinge a occupare sempre più spazio e la necessità di conservazione della specie» (p. 59).

Belloni usa la fotografia non solo come forma d’arte, quindi, ma come rito sociale, difesa dall’angoscia, e, appunto, fonte di ispirazione. Ci vuole raccontare che chiunque vive in una società industrializzata deve, prima o poi, fare i conti con la Natura, fermarsi ad osservarla, raggiungere il suo spazio vitale per non rinunciare ad una visione estetica di ciò che lo circonda, consapevole che la fauna e la flora possono prendere il sopravvento.

In particolare, il volume presenta 33 scatti realizzati in diversi luoghi e situazioni, ma tutti parte della stessa serie (Supernatura), eccetto l’ultima foto, in ordine cronologico («Veleia romana», 2021), che è un’anticipazione del nuovo progetto fotografico a cui Belloni sta lavorando ora, e che è intitolato «Riot». A proposito del suo lavoro, mi spiega quando la contatto telefonicamente per saperne di più: «Ho scattato molte delle mie serie precedenti («Il gene rosso», «Vajont», «Una rondine non fa primavera» ecc.) in medio formato analogico, ma negli ultimi anni ormai mi dedico quasi esclusivamente al digitale 24x36mm».

C’è una esperienza professionale ricca e diversificata alle spalle di questa fotografa che si occupa prevalentemente di ritratto e paesaggio urbano. Belloni, che vive e lavora a Piacenza, è stata co-ideatrice e direttrice artistica di 5 edizioni di «Fotosintesi», festival internazionale di fotografia (www.fotosintesipiacenza.it) ed è stata membro del collettivo Thema.

Se è vero che la fotografia è anche uno strumento per dare forma all’esperienza del viaggio, in realtà, le foto di questo libro non raccontano di un luogo specifico: «Sono immagini che possono appartenere a tutti i luoghi e sono quindi universali». Al centro dello scatto intitolato Lisbona 2016 c’è il pavone, uno degli uccelli che troviamo più di sovente nella arti visive e che esprime significati molto profondi, sia in Oriente che in Occidente. Mentre i volti dei soggetti in foto sono resi irriconoscibili (quasi portati via), non per volere dei soggetti stessi, ma per creare immagini meno referenziali.

La vita delle immagini fotografiche

Come scriveva Susan Sontag nel suo celebre saggio del 1977 (prima pubblicazione) intitolato Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società: «Il più logico degli esteti ottocenteschi, Mallarmé, diceva che al mondo tutto esiste per finire in un libro. Oggi tutto esiste per finire in una fotografia».

A noi che viviamo nel 2021 ci verrebbe da precisare, invece: «Per finire su Instagram», che è per eccellenza la piattaforma delle immagini e della valorizzazione dell’aspetto visuale su quello testuale. Ma questo non so se piacerebbe ad Annamaria Belloni: lei, le foto della serie SUPERNATURA — esposte, fra gli altri, all’Istituto di Cultura Italiana di Sydney nel 2020 e quest’anno al Festival internazionale Fotografia Europea di Reggio Emilia — le ha raccolte in un bel volume. Si tratta di una edizione con copertina rigida e limitata a 500 copie, uscita per i tipi di Postcart, la casa editrice fondata a Roma, nel 1994, da Claudio Corrivetti, fotografo ed oggi anche editore. E’ una delle migliori in Italia.

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Written by Sight, Touch, and Imagination

Written and curated by the Italian journalist Elisa Pierandrei. Member OdG, sometimes professor https://aucegypt.academia.edu/ElisaPierandrei

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